sabato 23 maggio 2015

Intervista a Beatrice Fiaschi

Presentati.
Salve a tutti i lettori di questo interessantissimo blog che da subito ha attirato la mia curiosità di internauta. Sono una lettrice come voi che si cimenta con la scrittura da quando ero bambina e sono riuscita a fare di questa passione un vero e proprio mestiere, lavorando come giornalista free-lance e collaborando con diverse case editrici.

Come è nata la passione per la scrittura?
La passione per la scrittura è nata con me, per cui non saprei spiegare come, è sempre stato qualcosa per cui non sono mai riuscita a capire io stessa il motivo: sento che è così e non potrebbe essere diversamente.

Qual è il tuo stile?
Ritengo il mio stile semplice e immediato, molto diretto, pochi giri di parole. Ma molto emozionale e coinvolgente, perché le parole non devono descrivere, devono far sentire.

Il genere letterario che preferisci di più?
Sono sempre stata - e continuo a essere - una gran divoratrice di classici, dunque reputo questo il mio genere preferito e il settore della letteratura dal quale ho attinto maggiormente nel corso degli anni. Nello stesso tempo – anche se all'apparenza possono sembrare dei mondi opposti – posso dirmi anche molto amante della fantascienza. E un posto a parte merita anche la poesia.

Quale genere letterario non ti piace? 
Leggendo molto anche per lavoro posso affermare di accostarmi davvero a tutto e di dare una chance a ogni genere, ammettendo l'alta qualità di un romanzo anche nel caso in cui esso non corrisponda esattamente ai miei gusti personali. Ma quando leggo per scelta, solitamente evito il genere storico oppure i romanzi troppo sdolcinati.

Come nascono le tue storie?
Le mie storie nascono in quei momenti della giornata in cui mi sento particolarmente stanca della realtà che mi circonda e ho il bisogno di inventarmene un'altra per sentirmi meglio. Così mentre sono in metro o mentre cammino per strada, l'occhio mi cade su qualche dettaglio del paesaggio o su qualche persona in particolare e da lì iniziano le libere associazioni che, grazie a una buona dose di fantasia, fanno nascere delle storie a volte allegre, a volte drammatiche, a volte assurde, in cui la realtà che mi circonda prende un altro aspetto e viene trasposta in un mondo fantastico. Poi spero di ricordarmele, la sera, per metterle su carta.

In genere ti immedesimi nei tuoi personaggi?
Credo che tra autore e personaggio ci sia un continuo scambio di energia, ogni personaggio che ho inventato aveva una piccola parte di me al suo interno che poi, attraverso il processo dell'immedesimazione, mi ha restituito, mostrandomi talvolta parti di Beatrix che non conoscevo e che a volte mi piacciono molto, altre volte invece detesto, ma è bello così, fa parte del gioco delle parti. Anzi la scoperta di me stessa attraverso i miei personaggi si fa sempre più ricca di risvolti interessanti.

Come è nata la tua ultima opera?
Sembra banale, ma la mia ultima opera è nata in maniera del tutto spontanea e non voluta. Una sera del gennaio 2013 mi siedo alla scrivania come tutte le sere, accendo il pc e mi dico “stasera inizio a scrivere un libro”, poi la storia ha preso forma da sola e pian piano si è sviluppata ed è cresciuta con me nella mia mente. Un'idea di base diciamo che la covavo da tempo, ma non aveva una sua fisionomia ben precisa, questa si è generata man mano che le parole fluivano.

Stai lavorando a qualche altro libro?
Sto lavorando a un altro romanzo sempre rispondente al genere fantastico e con alcuni elementi simili a “La leggenda degli Intarsicats”. Infatti anche nel prossimo romanzo saranno protagonisti gli animali – stavolta i cani – e saranno anche in questo caso delle creature non proprio comuni, con incredibili poteri. A colorare il tutto ci sarà una storia thriller in sottofondo e anche una storia d'amore un po' più complessa e matura di quella del primo libro.

Il tuo sogno?
Il mio sogno? Si è praticamente già realizzato perché era quello di pubblicare un romanzo. E ora miro sempre più in alto, perché sogno di poterne pubblicare anche un altro e poi altri ancora. Insomma il mio sogno è di riuscire a scrivere per tutta la vita.

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